Edith Bruck, 93 anni, scrittrice e poetessa sopravvissuta all’Olocausto, intercettata da «Repubblica», ha voluto commentare le parole di Papa Francesco, che nel suo nuovo libro ha chiesto di indagare se a Gaza sia in corso un genocidio. Al Pontefice la lega un rapporto di stima e affetto, ma Edith Bruck ha detto di non condividere le sue esternazioni: «Mi dispiace che il Papa abbia parlato di genocidio. È una parola inadeguata, che viene usata con troppa facilità, di fatto ridimensionando l’unico vero genocidio della storia, quello che abbiamo vissuto noi: la Shoah».

Edith Bruck: “Papa Francesco sbaglia, a Gaza non c’è un genocidio”
In merito alle stragi che si stanno verificando costantemente a Gaza, Edith Bruck ha detto: «Non voglio ridimensionare le morti di donne e bambini, non c’è una vita che vale più di un’altra, non ci sono vittime di serie A e di serie B. Ma non è genocidio». Per questa ragione la scrittrice chiede al Papa di riflettere prima di usare certe parole. Ma c’è anche un’altra cosa di cui vorrebbe parlare al Santo Padre: «Dello tsunami di antisemitismo che sta travolgendo l’Europa. Vorrei che la voce del Papa si alzasse forte su questo tema e invece non la sento come vorrei. Mi chiama a ogni compleanno; da tempo ci diciamo che vorremmo rivederci. Quando è venuto a trovarmi qui a casa ho provato una grande emozione. Se mi chiamerà gli dirò tutto quello che penso. Gli dirò che vorrei che intervenisse con decisione contro questo odio che è tornato a scatenarsi contro gli ebrei».

“L’antisemitismo, come il fascismo, non è mai morto”
Edith Bruck ha rivelato a «Repubblica» di avere molta paura per quanto sta succedendo: «Sono addolorata, demoralizzata, disgustata, scandalizzata, indignata. Sto veramente vivendo un momento molto brutto. L’antisemitismo, come il fascismo, non è mai morto. È millenario e credo che non finirà mai. Viviamo in un Paese nel quale le manifestazioni fasciste, pensiamo alle camice nere che si sono ritrovate recentemente a Bologna, sono ancora possibili nonostante ci sia una Costituzione che le vieta. Certo che ho paura, soprattutto di quello che sta accadendo a Liliana Segre e adesso anche a Sami Modiano». Il riferimento è al murale vandalizzato pochi giorni fa a Milano, ad esempio: «E mi stupisce che nessuno vada fino in fondo, che non si facciano indagini capillari. Sui muri, anche a Roma, si legge “ebrei ai forni”. E nessuno cancella queste scritte». Nonostante questo continuerà a parlare ai ragazzi e ragazze nelle scuole: «Non posso più muovermi, mi collego su Zoom. I ragazzi vogliono ancora ascoltarmi e io voglio ancora dire loro che non provo odio. Non ho mai odiato, nemmeno quando nei campi mi sputavano addosso. Io ero nuda ma non avevo vergogna, provavo pena per loro».





