In un periodo in cui il carrello della spesa cresce più dell’inflazione, arrivando ad assorbire fino al 19% del bilancio familiare, scegliere dove fare acquisti può cambiare radicalmente il peso delle uscite mensili. La nuova indagine di Altroconsumo, giunta alla sua 36ª edizione, offre una fotografia precisa dei punti vendita più convenienti in Italia. Il monitoraggio ha riguardato 1.150 supermercati e discount in 67 città, con l’analisi di 1,6 milioni di prezzi relativi a 125 categorie di prodotti. Il risultato? Una famiglia di quattro persone può risparmiare fino a 3.700 euro l’anno semplicemente scegliendo bene dove fare la spesa.
Prezzi in aumento, ma con forti differenze tra Nord e Sud
L’indagine evidenzia che tra marzo 2024 e marzo 2025 i prezzi nei supermercati italiani sono aumentati del 2,2%. Gli incrementi maggiori si sono registrati nei supermercati tradizionali (+2,4%), seguiti da discount (+2,1%) e ipermercati (+1,9%). Numeri apparentemente contenuti, ma comunque superiori a quelli del 2023. Se si guarda un po’ più indietro, la situazione appare ancora più chiara: dal 2021 al 2025 i prezzi sono saliti del 26% nei discount, del 24% nei supermercati e del 23% negli ipermercati — un ritmo nettamente più alto rispetto al +19% dell’inflazione generale.
Le catene più economiche: Eurospin domina, ma non è sola
Secondo Altroconsumo, Eurospin è la catena più economica in assoluto. Scegliendo i prodotti più convenienti, una famiglia tipo può risparmiare fino a 3.700 euro l’anno. Subito dietro si piazzano Aldi e il tandem In’s Mercato–Lidl, confermando il predominio del mondo discount. Chi invece preferisce una spesa mista, un equilibrio tra prodotti di marca, private label e articoli economici, trova nei supermercati tradizionali alcune alternative interessanti: Famila e Famila Superstore guidano la classifica, seguite da Coop e Conad. Tra i discount, invece, In’s Mercato resta la migliore scelta, con un risparmio medio di 2.838 euro annui, seguita da Eurospin e Lidl.
Per chi acquista solo prodotti di marca, i margini di risparmio sono più limitati ma comunque significativi: Famila conquista il primo posto, con 506 euro in meno all’anno rispetto alla media nazionale, seguita da Esselunga, Ipercoop e Spazio Conad. Sul fronte dei prodotti a marchio del supermercato, il primato spetta a Carrefour, con un potenziale risparmio di 3.308 euro.
Le città dove si risparmia di più (e quelle dove si spende di più)
A livello territoriale, il Nord Italia si conferma l’area più competitiva. A Como, per esempio, scegliere il supermercato giusto può significare 1.386 euro di risparmio annuo, mentre a Bologna e Roma la forbice supera i 1.300 euro. A Milano si resta poco sotto queste cifre, ma con un mercato estremamente dinamico. Al Sud, invece, le differenze tra un’insegna e l’altra si riducono drasticamente: a Napoli e Caserta il margine massimo di risparmio non supera i 50 euro l’anno. Nel Centro Italia si distingue Firenze, dove è possibile tagliare la spesa di quasi 1.000 euro. La città più conveniente in assoluto è Venezia, dove una famiglia tipo può contenere la spesa a 6.260 euro l’anno, seguita da Como (6.282) e Verona (6.386). All’estremo opposto si colloca Sassari, dove il costo minimo sale a oltre 7.400 euro.
Nord più efficiente, Sud più fragile: il peso della spesa sui redditi
Le differenze non si fermano ai prezzi: pesano anche i redditi medi regionali. In Puglia, Calabria e Campania, la spesa alimentare assorbe tra il 18 e il 19% del reddito familiare, contro l’11% della Lombardia o il 10,7% del Trentino-Alto Adige. Una forbice che racconta la disparità economica tra territori e la difficoltà di tenere a bada il carovita nel Mezzogiorno.
La lezione di Altroconsumo: informarsi conviene
L’indagine conferma che risparmiare è possibile, anche in un contesto di inflazione persistente e redditi stagnanti. La scelta dell’insegna e del punto vendita fa la differenza: un gesto quotidiano che può valere migliaia di euro l’anno. I discount restano imbattibili sui prezzi, ma alcune catene tradizionali riescono a difendersi con politiche promozionali efficaci e una crescente attenzione ai marchi propri. In un’Italia dove la spesa alimentare cresce più del Pil, la vera arma dei consumatori resta sempre la stessa: informarsi, confrontare e scegliere con consapevolezza. Solo così il carrello può tornare a pesare un po’ meno.





