Oltre 90 miliardi di euro. È il valore complessivo delle misure che la Commissione europea ha inserito in una lista unica, raggruppando i due pacchetti di contromisure già messi a punto contro i dazi americani. Ma niente scatterà prima del 7 agosto: lo ha confermato il portavoce per il Commercio della Commissione Ue, Olof Gill, chiarendo che la lista verrà ora sottoposta agli Stati membri per l’approvazione definitiva.
Intanto, Bruxelles non esclude nuove misure. E mentre proseguono i contatti a livello tecnico e politico, il commissario europeo al Commercio, Maros Sefcovic, è atteso in giornata a un colloquio diretto con il segretario americano al Commercio, Howard Lutnick, poco prima della riunione degli ambasciatori Ue. “L’obiettivo principale dell’Unione è raggiungere un accordo negoziale con gli Stati Uniti”, ha ribadito Gill. “Ma ci stiamo preparando a ogni possibile esito, comprese ulteriori contromisure”.
Intesa USA-Giappone: Trump firma, ma Tokyo prende tempo
Mentre l’Europa calibra la sua risposta, dagli Stati Uniti arriva l’annuncio di un nuovo accordo commerciale con il Giappone. A renderlo pubblico è stato direttamente il presidente Donald Trump, che lo ha definito “l’accordo più importante mai fatto”. I punti principali: una tariffa del 15% su tutti i beni giapponesi importati negli USA, inclusi i veicoli, e 550 miliardi di dollari di investimenti giapponesi negli Stati Uniti. Dopo un attimo di prudenza, anche da Tokyo sono arrivati segnali di conferma. Il premier Shigeru Ishiba si è detto cauto: “Devo ancora vedere i dettagli dell’accordo”, ha dichiarato inizialmente. Ma l’ottimismo è salito quando il capo negoziatore giapponese, Ryosei Akazawa, ha twittato un laconico: “Missione completa”.
Il contenuto dell’accordo: investimenti, tariffe e accesso ai mercati
Secondo il testo diffuso via social da Trump, Tokyo si impegna a investire 550 miliardi di dollari nell’economia americana, creando migliaia di posti di lavoro. In cambio, l’accesso ai mercati giapponesi sarà ampliato per i produttori statunitensi di automobili, camion, riso e prodotti agricoli. “È forse l’accordo più importante mai siglato dagli Stati Uniti”, ha dichiarato Trump su Truth, la sua piattaforma social. Restano tuttavia alcune esclusioni: le spese militari non rientrano nel nuovo regime tariffario, mentre i dazi al 50% su acciaio e alluminio giapponesi vengono confermati. L’annuncio è arrivato mentre Ursula von der Leyen si trovava in visita a Tokyo.
Le reazioni: boom in Borsa, ma le case USA non ci stanno
La Borsa giapponese ha accolto con entusiasmo l’intesa: l’indice Nikkei ha guadagnato l’1,3% subito dopo la notizia. Forti rialzi anche per Honda, Toyota e Nissan, tutte sopra l’8%. Il motivo? L’accordo abbassa i dazi sulle auto giapponesi al 15%, una riduzione che rappresenta un enorme vantaggio in un mercato da oltre 55 miliardi di dollari l’anno solo in veicoli esportati verso gli USA.
Ma dall’America non sono mancate le critiche. Le grandi case automobilistiche di Detroit – GM, Ford e Stellantis – hanno giudicato l’accordo “un cattivo affare”. Il punto debole? La disparità di trattamento con Canada e Messico, dove si applicano tariffe del 25% sui veicoli importati. “Qualsiasi accordo che favorisca auto giapponesi con contenuto Usa quasi nullo a scapito di veicoli nordamericani è dannoso per l’industria americana”, ha commentato Matt Blunt, presidente dell’American Automotive Policy Council.





