Per undici ore, i soccorritori hanno scavato senza sosta. Le sirene, le mani sporche di polvere, le speranze che si alternavano alla paura. Sotto i resti della Torre dei Conti, uno dei simboli medievali di Roma, c’era Octay Stroici, 66 anni, operaio di origini romene. Era rimasto intrappolato dopo il crollo avvenuto durante i lavori di restauro nell’area dei Fori Imperiali. Quando finalmente i vigili del fuoco lo hanno raggiunto, era ancora vivo. Ma le ferite riportate si sono rivelate troppo gravi. È morto poco dopo il ricovero al Policlinico Umberto I, spegnendo ogni speranza di una salvezza che fino all’ultimo aveva tenuto col fiato sospeso l’intero Paese.
Le indagini della Procura di Roma
Sulla tragedia è ora aperta un’indagine per omicidio e disastro colposi. Il pubblico ministero Mario Dovinola ha effettuato un sopralluogo insieme alla polizia giudiziaria della sezione specializzata in infortuni sul lavoro. L’area del cantiere è stata posta sotto sequestro, mentre nelle prossime ore verrà disposta l’autopsia sul corpo della vittima. Gli inquirenti stanno lavorando per accertare le cause esatte del cedimento e verificare se vi siano state omissioni nelle procedure di sicurezza. Una consulenza tecnica sarà affidata a un gruppo di esperti per chiarire ogni dettaglio, dalle condizioni strutturali della torre alle modalità di intervento dei lavoratori coinvolti.
L’annullamento del sorvolo delle Frecce Tricolori
In segno di rispetto e per garantire la massima sicurezza nell’area dei lavori, il Ministero della Difesa ha deciso di annullare il tradizionale sorvolo delle Frecce Tricolori previsto per oggi, durante la cerimonia di deposizione della corona d’alloro al Milite Ignoto, all’Altare della Patria. Una decisione simbolica ma significativa, per evitare qualsiasi interferenza con le operazioni di messa in sicurezza della zona di via dei Fori Imperiali, ancora off limits dopo il crollo. Roma, oggi, guarda quel tratto di città con dolore e rispetto.
Il cordoglio delle istituzioni
La morte di Octay Stroici ha suscitato profonda commozione. La presidente del Consiglio ha espresso il proprio cordoglio nella notte, seguita dal vicepremier Antonio Tajani, che ha definito la tragedia “un evento che ha tenuto con il fiato sospeso tutta l’Italia”. “Esprimo le mie condoglianze più sincere ai familiari della vittima — ha scritto Tajani su X — e la mia enorme gratitudine ai soccorritori intervenuti fin da subito, che sono riusciti a salvare altri tre operai”. Parole di vicinanza anche dal ministro della Cultura Alessandro Giuli, che ha ricordato il sacrificio dell’operaio: “Il suo cuore ha smesso di battere malgrado l’ammirevole sforzo dei Vigili del Fuoco. A sua moglie e alla sua famiglia va il mio cordoglio accorato e quello del Ministero della Cultura”.
Il ricordo di un uomo semplice
Octay Stroici era arrivato in Italia molti anni fa, lavorando nei cantieri come tanti altri connazionali. Di lui colleghi e amici raccontano la dedizione, la precisione e la gentilezza. Non si era mai tirato indietro, nemmeno nei lavori più duri. Le sue ultime ore, trascorse sotto le macerie, hanno visto la mobilitazione di decine di soccorritori e cittadini. Non è rimasto solo, come ha ricordato lo stesso ministro Giuli: “Le istituzioni, le forze di sicurezza e i Vigili del Fuoco hanno lottato fino all’ultimo per salvarlo”. Oggi, a Roma, il suo nome risuona con dolore e rispetto. Perché dietro ogni tragedia sul lavoro, oltre i numeri e le inchieste, c’è sempre una storia umana che non dovrebbe mai finire così.





