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Corea del Sud, il presidente ha dichiarato la legge marziale: “Dobbiamo sradicare le forze filo-comuniste”

La situazione politica in Corea del Sud è entrata in una fase critica con l’annuncio della legge marziale da parte del presidente conservatore Yoon Suk Yeol, che ha accusato l’opposizione di sinistra di avere simpatie nordcoreane e di complottare una ribellione. In un discorso televisivo a tarda notte, Yoon ha promesso di eliminare quelle che ha definito “forze antistatali” e di ripristinare l’ordine democratico costituzionale. Ha invitato i cittadini sudcoreani a sostenere il governo, chiedendo tolleranza per eventuali disagi.

La decisione, tuttavia, ha suscitato condanne unanime sia dall’opposizione sia dalla maggioranza.

  • Han Dong-hoon, leader del partito di governo People Power Party, ha definito “sbagliata” la mossa e ha promesso di opporsi con il supporto popolare.
  • Il Partito Democratico, principale forza di opposizione, ha definito l’azione “incostituzionale” e ha convocato d’urgenza il parlamento, denunciando le tendenze autoritarie del presidente.

In Corea del Sud un contesto di crescenti tensioni e incertezze

L’annuncio della legge marziale arriva in un clima già teso, con scontri frequenti tra il governo e l’opposizione. Solo la scorsa settimana, i partiti di sinistra avevano votato per ridurre di quasi 3 miliardi di dollari il bilancio proposto da Yoon per il 2025, un gesto interpretato come una mossa di sfida nei confronti del presidente.

La decisione ha avuto immediati riflessi negativi sull’economia. Il won sudcoreano è sceso ai minimi da novembre 2022, perdendo l’1,6% rispetto al dollaro, con un valore di scambio di 1430,9. Yoon non ha chiarito come intenda applicare la legge marziale, aumentando l’incertezza. La legge marziale in Corea del Sud è storicamente legata a periodi di grande instabilità, come durante il regime autoritario del XX secolo. La decisione, dunque, solleva interrogativi sul futuro della democrazia nel paese e sulla capacità delle istituzioni di gestire il conflitto politico in corso.