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Claudia Adamo, spunta il triste messaggio prima della morte

Claudia Adamo, responsabile del coordinamento Rai Meteo, si è spenta a soli 51 anni dopo una lunga malattia. Professionista seria, appassionata, rigorosa, era conosciuta dal pubblico per i suoi interventi su Rai Pubblica Utilità e per il passato a Sky Meteo 24. La sua morte lascia un grande vuoto nel panorama della divulgazione scientifica italiana.

La formazione e la carriera

Romana, figlia d’arte, Claudia Adamo aveva ereditato la passione per l’atmosfera dal padre Luciano, meteorologo e ufficiale dell’Aeronautica, già volto Rai negli anni Novanta. Dopo la laurea in Fisica dell’atmosfera all’Università di Tor Vergata, aveva conseguito un dottorato di ricerca all’Università di Ferrara. La sua preparazione accademica l’ha portata a collaborare con importanti istituzioni, tra cui l’Istituto di Scienza dell’Atmosfera e del Clima del CNR, la NASA e Legambiente, concentrandosi in particolare sull’impatto dei cambiamenti climatici sul territorio italiano. Una scienziata impegnata, prima ancora che un volto televisivo.

Il passaggio alla tv e il ruolo in Rai

Dopo l’esperienza su Sky Meteo 24, dove aveva conquistato il pubblico per la sua chiarezza e sobrietà, Claudia era entrata in Rai, diventando responsabile della struttura Rai Meteo all’interno della direzione Rai Pubblica Utilità.

Un ruolo centrale, che ha svolto con competenza e discrezione, contribuendo a ridefinire la figura del meteorologo nel servizio pubblico: non più solo “lettrice di bollettini”, ma divulgatrice scientifica, capace di coniugare rigore e comprensione, dati e narrazione.

Il riconoscimento e la stima

Nel 2023 aveva ricevuto il Premio Scudo Chianciano Terme, che ne aveva riconosciuto il valore professionale e umano. Le motivazioni parlavano chiaro: «Claudia Adamo è il simbolo di questa nuova missione del meteorologo: interprete consapevole del presente e del futuro, capace di raccontare il cielo e la Terra con profondità e umanità». Chi l’ha conosciuta, sul lavoro o attraverso lo schermo, ricorda la misura con cui affrontava ogni tema, l’umiltà con cui parlava di clima, la grazia nel trattare anche gli scenari più difficili.

Un saluto delicato e profondo

Il suo ultimo messaggio pubblico risale al giugno scorso. Un post social con immagini di Aci Trezza, in Sicilia, accompagnato dalla canzone Occhi a cuore di Jovanotti. Nessuna dichiarazione esplicita, ma un frammento carico di significato. A colpire, più di ogni altra cosa, una frase semplice ma eloquente: «Ho smesso di aspettare di essere immortale». Un pensiero lasciato in sospeso, forse rivolto a chi sapeva, forse solo a se stessa. Ma che oggi risuona come un addio composto, lucido, sereno, in linea con il suo stile.

Il cordoglio e l’eredità

Nelle ultime ore, colleghi, amici e telespettatori stanno condividendo sui social messaggi di affetto e riconoscenza. Claudia Adamo viene ricordata come una professionista seria, riservata, autentica. Una donna che ha saputo stare davanti alle telecamere senza mai cercare la ribalta, sempre fedele alla propria vocazione: spiegare, informare, rassicurare. In un tempo in cui la comunicazione del meteo è spesso affidata a toni sensazionalistici o approssimativi, la sua voce rappresentava un’eccezione. Chiara, ferma, competente, Claudia ha contribuito a restituire dignità e valore a un mestiere troppo spesso sottovalutato. La sua scomparsa lascia un vuoto difficile da colmare. Ma anche un esempio luminoso: quello di chi ha scelto di fare scienza per il bene comune, di spiegare il mondo senza urlare, di raccontare il cambiamento climatico senza retorica, ma con la forza dei fatti.