Tra le immagini più potenti dei funerali di Benedetto XVI ce n’è una particolarmente commovente: quella di Padre Georg Ganswein che, dopo aver sistemato il Vangelo, si inginocchia e bacia il legno di cipresso della bara del Papa Emerito. Non si vuole discutere qui della spettacolarizzazione della morte, di quel pietoso pudore che è mancato ad alcuni, o della contaminazione dei linguaggi fra telegiornali e talk interessati soltanto ad avere l’esclusiva. Si vuol parlare del testamento del pontefice scomparso e di lui, del segretario personale scelto da Ratzinger nel 2003 quando questi era ancora un cardinale. Con Padre Georg Benedetto XVI ha condiviso tutto, anche dopo il suo ritiro. Lo considerava davvero come uno di famiglia.
Ganswein gli è stato acconto come nessuno, era la persona di cui Ratzinger si fidava maggiormente. A lui il Papa Emerito ha consegnato quei testi scritti che ora Padre Georg ha annunciato di voler disfare, proprio perché Ratzinger glielo avrebbe ordinato: “I fogli privati di ogni tipo devono essere distrutti. Questo vale senza eccezioni e senza scappatoie”. Si tratta di “precise istruzioni, con indicazioni di consegna che mi sento in coscienza obbligato a rispettare, relative alla sua biblioteca, ai manoscritti dei suoi libri, alla documentazione relativa al Concilio e alla corrispondenza”. Gaenswein ha rivelato anche che Ratzinger ha lasciato pure “annotazioni relative ad alcuni lasciti e doni personali, per il cui adempimento ho il compito di esecutore testamentario, sono state aggiornate via via nel corso degli anni, fino alla più recente aggiunta del 2021”. Non ci sono troppi dettagli, ma è verosimile che una parte dei beni terreni detenuti dal Pontefice emerito potrebbero essere destinati alla sua amata Baviera.

Tra le carte in questione non ci sarebbe alcun dossier su Emanuela Orlandi, come qualcuno ha sempre sospettato: “Non è mai esistito”, ha garantito Ganswein, che ne ha fatto parola nel libro in uscita Nient’altro che la Verità (Piemme). “Io non ho mai compilato alcunché sul caso Orlandi per cui questo fantomatico dossier non è mai stato reso noto unicamente perché non esiste”, ha spiegato il segretario di Ratzinger.
La legale della famiglia Orlandi a tal proposito ha fatto sapere all’Ansa: “Lo andai a trovare alla Prefettura della Casa Pontificia quando ancora esercitava in modo sostanziale il munus di Prefetto e fu lui stesso a dirmi, tra le altre cose, che esisteva, eccome, un dossier riservato su Emanuela e che avrei dovuto insistere per farmelo consegnare dalla Segreteria di Stato. Quando gli chiesi di conoscerne il contenuto, o almeno qualche elemento di esso, ribadì che avrei dovuto indirizzare le mie richieste alla Segreteria di Stato. Spero le pagine del libro siano chiarificatrici”.

Padre Georg si è definito un “prefetto dimezzato”, alludendo al congedo ricevuto da Papa Francesco: “Mi disse: lei rimane prefetto ma da domani non torni al lavoro”. Ratzinger avrebbe provato ad intercedere in suo favore, ma invano. Benedetto XVI gli avrebbe poi confidato: “Penso che Papa Francesco non si fidi più di me e desideri che lei mi faccia da custode…”. A proposito del periodo dei due papi, Ganswein ha spiegato nel libro che il vero problema è stata la nascita e il conseguente sviluppo di due tifoserie. Difatti “ci si rese conto sempre di più che effettivamente c’erano due visioni della Chiesa”. Ed è proprio questo che ora agita il mondo dei cattolici.
Anche l’arcivescovo Timothy Broglio, presidente della Conferenza episcopale degli Stati Uniti, ha detto che per Papa Francesco l’opzione dimissioni adesso è sul tavolo. “Forse la possibilità di un ritiro sarebbe più fattibile adesso che non c’è più il Papa emerito, ma questo ovviamente è pura speculazione perché non ho idea cosa ne pensi papa Francesco”, ha chiarito Broglio.
Padre Georg ha ricordato infine il “cuore spezzato” di Ratzinger per la fine della messa in latino decretata da Bergoglio e il dispiacere provato per il no di Papa Francesco all’appartamento papale. Ad ogni modo tra i due il rapporto era “affettuoso” con scambi di dolci e liquori, ha evidenziato il segretario personale di Ratzinger che non esclude possibili dimissioni del Santo Padre per motivi di salute.
Circa il processo di beatificazione di Ratzinger, Padre Georg ha dichiarato: “Personalmente non ho dubbi sulla sua santità, però, ben conoscendo anche la sensibilità espressami da Benedetto XVI, non mi permetterò di fare alcun passo per accelerare il processo canonico”.





