Attentato a Mosca, chi l’ha fatto: dubbi su rivendicazioni Isis – Le indagini sull’attentato al Crocus City Hall di Mosca ‘sono ancora in corso’. Da qui la decisione della Russia di non commentare la rivendicazione dello Stato Islamico (Isis). Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha fatto sapere che al momento si stanno esaminando “solo dati preliminari” per cui “non è stata formulata alcuna ipotesi ufficiali”. Peskov ha rimarcato che ”dobbiamo attendere informazioni ufficiali delle nostre forze dell’ordine coinvolte” nell’indagine. (continua a leggere dopo le foto)
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Attentato a Mosca, dubbi su rivendicazione Isis: indagini in corso
Peskov ha reso noto che non ci sono stati contatti con l’Occidente dopo l’attacco di venerdì, ma il presidente russo ha avuto nei giorni scorsi colloqui telefonici con i leader di Bielorussia, Uzbekistan, Tagikistan, Turchia ed altri paesi. “Attualmente non ci sono contatti con l’Occidente”, ha dichiarato sempre Peskov rispondendo alla Tass. (continua a leggere dopo le foto)

Medvedev: “Uccidere tutti coloro che sono coinvolti nell’attacco”
Gli attentatori del Crocus City Hall ‘vanno uccisi’, così come bisogna ”uccidere tutti coloro che sono coinvolti nell’attacco”, ha dichiarato il vice presidente del Consiglio nazionale di sicurezza russo Dmitry Medvedev in un messaggio pubblicato sul suo canale Telegram. “Tutti mi chiedono. Cosa fare? Sono stati catturati. Complimenti a tutti quelli che li hanno catturati. Dovremmo ucciderli? Dobbiamo. È la nostra volontà. Ma ancora più importante è uccidere tutte le persone coinvolte. Tutti. Chi ha pagato, chi ha simpatizzato, chi ha aiutato. Uccideteli tutti”, ha scritto Medvedev. (continua a leggere dopo le foto)

Attentato a Mosca, dubbi su rivendicazione Isis: replica dagli Usa
Sui mandanti dell’attentato a Mosca non si placano le polemiche tra gli Usa, che ribadiscono di credere alla rivendicazione dell’Isis, e Mosca, che dice di trovare sospetta un’assoluzione così rapida di Kiev da parte delle autorità statunitensi. La vicepresidente Usa Kamala Harris ha evidenziato che “non c’è nessuna prova che Kiev sia dietro l’attentato”. Il cancelliere dello Scacchiere britannico, Jeremy Hunt, ha affermato che la Russia sta solo “creando una cortina fumogena di propaganda”. La portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, ha risposto che “finché l’inchiesta non sarà completata, ogni frase da Washington che giustifichi Kiev dovrebbe essere considerata come una prova”. Il Consiglio per la sicurezza nazionale americana ha anche ribadito che Washington aveva avvertito il Cremlino della possibilità di un imminente attentato a Mosca.
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