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Alluvione in Romagna, cronaca di un disastro annunciato

Alluvione in Romagna, cronaca di un disastro annunciato. È drammatica la situazione maltempo in Emilia-Romagna, dopo quasi 48 ore di piogge incessanti. Purtroppo, al momento si contano quattro vittime: due a Cesena, uno a Castel Bolognese e uno a Forlì. Ma purtroppo la situazione è in aggiornamento costante da parte delle autorità. I fiumi e torrenti esondati sono 14 e la situazione è particolarmente difficile nel Ravennate, attraversato da numerosi corsi d’acqua che arrivano alla foce proprio nei pressi dell’ultima capitale dell’Impero romano.

Perché disastro annunciato? Perché le previsioni parlavano chiaro: fin dallo scorso weekend le ultime uscite dei modelli meteorologici prevedevano fino a 48 ore di maltempo con ingenti accumuli di pioggia, pari a quelli che normalmente cadono in 3/4 mesi (qui il nostro articolo di lunedì). La regione Emilia-Romagna aveva emesso allerta rossa per quasi tutte le province per rischio idrogeologico, poi ulteriormente prolungata. Ieri, martedì 16 maggio 2023, già in tarda mattinata il livello di alcuni fiumi tra cui il Savio poi esondato a Cesena facendo vittime, era segnalato oltre soglia 3, quello di massima allerta e pericolo esondazione (vedi immagine qui sotto). Eppure non è stato possibile evitare il disastro, nonostante la rapidità d’intervento di Vigili del Fuoco, Protezione Civile, Carabinieri e cittadini protagonisti di eroici interventi salvavita.

alluvione in romagna livello idrometrico savio 16 maggio 2023

La cronaca e gli ultimi aggiornamenti

L’emergenza è tuttora nel pieno e la priorità è mettere in sicurezza tutta la popolazione coinvolta: è necessario seguire le indicazioni di autorità e sindaci, attivi già da ieri per evacuare le persone in pericolo. In crescita la stima degli evacuati, le operazioni sono in corso. Solo nelle prossime ore si potrà avere un quadro completo di danni e conseguenze. E del numero di persone evacuate. Il Centro operativo regionale è costantemente operativo nella sede della Protezione civile a Bologna, in contatto costante con il Dipartimento nazionale e il coordinamento con tutti i Corpi dello Stato. Presenti il presidente Stefano Bonaccini, la vicepresidente Irene Priolo, con delega alla Protezione civile.

Anche qui, costante il contatto con il capo della Protezione civile nazionale, Fabrizio Curcio. Nella notte nuovi impulsi di pioggia sulla fascia collinare e pedecollinare in estensione dai bacini romagnoli al Reno hanno determinando nuovi colmi di piena nelle sezioni montane e ulteriori innalzamenti dei livelli idrometrici sulle sezioni vallive. Per la mattinata di oggi le precipitazioni tenderanno a insistere sulle zone centrali della regione con progressiva attenuazione nelle zone orientali. In alcuni punti, come ad esempio in corrispondenza dell’idrometro di Sant’Agata, sul Santerno, non è stato possibile rilevare i livelli perché superiori a quelli misurabili dagli strumenti e ai massimi storici registrati.

La situazione dei corsi d’acqua è gravissima; 14 i fiumi esondati, anche in più punti: Idice, Quaderna, Sillaro, Santerno, Senio, Lamone Marzeno, Montone, Savio, Pisciatello, Lavino, Gaiana, Ronco. Diciannove i corsi d’acqua con superamenti del livello 3 (allarme) della soglia idrometrica in alcune stazioni di rilevamento: Savena, Lamone, Sillaro, Senio, Savio, Marecchia, Pisciatello, Marzeno, Ausa, Uso, Montone, Voltre, Rubicone, Idice, Rabbi, Ronco, Sintria, Santerno e Quaderna. Allagamenti diffusi in 23 comuni, Bologna, Budrio, Molinella, Medicina, Castel San Pietro, Imola, Mordano, Conselice, Lugo, Massalombarda, Sant’Agata sul Santerno, Cotignola, Solarolo, Faenza, Castel Bolognese, Riolo Terme, Bagnacavallo, Forlì, Cesena, Cesenatico, Gatteo Mare, Gambettola, Savignano sul Rubicone, Riccione. Resta altissima l’attenzione sul versante idrogeologico dell’Appennino forlivese-cesenate, bolognese e ravennate: complessivamente ci sono segnalazioni di oltre 250 dissesti in atto.

alluvione in romagna faenza allagata 16 maggio 2023
Faenza allagata, mercoledì 17 maggio 2023

Già nella giornata di ieri è stato chiesto al Dipartimento nazionale di Protezione civile un rafforzamento del soccorso tecnico urgente coinvolgendo ulteriormente l’Esercito e i Vigili del fuoco per intervenire in maniera ancor più tempestiva possibile. In arrivo gli uomini del Battaglione San Marco. Già operativi 510 Vigili del fuoco, e altri 100 in arrivo, oltre a tre elicotteri che stanno operando da questa notte nel cesenate. Il Comando operativo di vertice interforze (COVI) ha attivato 5 elicotteri, 9 gommoni e 6 lagunari oltre a 12 unità operative per il controllo degli argini, un aeromobile a pilotaggio remoto pronto per il monitoraggio, 7 battelli gonfiabili. In arrivo ulteriori squadre di volontari delle associazioni nazionali e delle colonne di Veneto e Lombardia. La Capitaneria di Porto nazionale sta mettendo a disposizione 3 elicotteri, un aereo, 2 battelli e, in arrivo a Ravenna, 12 subacquei. I Carabinieri rafforzeranno il presidio sul territorio grazie a squadre antisciacallaggio e metteranno a disposizione 2 elicotteri, così come la Guardia di Finanza. La Croce Rossa Italiana sta mettendo in azione 116 volontari, e il Soccorso alpino altri 136, 12 operatori alluvionali e 3 ambulanze fuoristrada.

Si poteva evitare, almeno in parte, un bilancio così grave?

Alluvione in Romagna, una tragedia annunciata. Così abbiamo titolato il nostro articolo, perché così (purtroppo) è stato. Non è una domanda retorica perché, come dicevamo, l’eccezionale evento meteo era ampiamente previsto ed erano stato diffuse allerte adeguate da parte della Protezione Civile regionale.

Tuttavia, riteniamo che sia stata sottostimata la rapida crescita del livello d’acqua negli alvei di alcuni fiumi. Il Savio, che ha procurato almeno 2 morti e centinaia di sfollati a Cesena, saliva molto rapidamente di livello già in mattinata all’altezza di Mercato Saraceno, nella media valle. Di lì poi il percorso arriva rapidamente in pianura, nelle frazioni cesenati di Bora, Borello e San Carlo che già nel primissimo pomeriggio erano sott’acqua.

Attorno alle 12 arrivava l’allarme del sindaco di Cesena Enzo Lattuca (vedi diretta Facebook sopra) con l’invito ai cittadini di lasciare i piani bassi delle case nella zona tra Ponte vecchio e Ponte nuovo, dove il Savio attraversa il cuore della città. Non possiamo affermare che fosse tardi, ma era l’unica cosa da fare in quel momento. Resta da capire se fosse possibile agire prima per proteggere la città, innalzando barriere artificiali per arginare l’acqua. C’era il tempo per farlo? Erano disponibili mezzi adeguati? Servirà tempo per capirlo. Così come servirà tempo per capire se le autorità di bacino, quelle che supervisionano i corsi d’acqua ed hanno responsabilità della manutenzione degli alvei, hanno fatto fino in fondo il loro dovere.