Press "Enter" to skip to content

Come si entra nella ’Ndrangheta: il racconto di Nicola Gratteri a “Lezioni di mafie”

“Lezioni di mafie” ha debuttato su La7 con Nicola Gratteri, magistrato oggi a capo della Procura di Napoli ma per anni in prima linea in Calabria nella lotta alla ‘ndrangheta. Gratteri, con l’aiuto dello storico Antonio Nicaso, ha raccontato come si diventa affiliati della criminalità organizzata calabrese.
Diventare parte della ’Ndrangheta non è immediato: si tratta di un processo lungo, fatto di osservazione e prove. Un giovane che frequenta i locali o i bar controllati dall’organizzazione può iniziare come autista di un affiliato, entrando gradualmente in contatto con il gruppo. Nel giro di un anno o un anno e mezzo viene messo alla prova con richieste estreme: dall’attentato a un omicidio. La reazione del ragazzo diventa decisiva: chi mostra dubbi o paura viene scartato, chi accetta procede verso l’affiliazione.

‘Ndrangheta, il rito di affiliazione

Un tempo il momento formale avveniva in riunioni periodiche, oggi è legato a cerimonie familiari come matrimoni o battesimi, contesti che giustificano la presenza di molti invitati. Il candidato viene accompagnato dall’“affidatore” al cospetto del capo locale e si svolge un rito simbolico: il sangue fatto cadere su un’immagine sacra, spesso quella dell’arcangelo Michele, a sancire un vincolo indissolubile. L’atto comporta una minaccia diretta: chi tradisce “brucerà come l’immagine” e potrà essere punito anche con la morte di familiari.

Le affiliazioni in carcere

Il rito può avvenire anche in carcere con la cosiddetta “affiliazione semplice”, che registra i nomi e la provenienza degli affiliati, costituendo una sorta di mappa. Una volta fuori, l’affiliato incontra il “picciotto di giornata”, figura apparentemente marginale ma in realtà punto di collegamento con il capo locale, che ne verifica l’affidabilità prima della formalizzazione definitiva.

‘Ndrangheta, ruoli e gerarchie

All’interno del “locale” esistono ruoli ben definiti:

  • il capo locale, che detiene il potere assoluto;
  • il crimine, che organizza attività illecite e coordina gli omicidi;
  • il contabile, responsabile della gestione della cassa comune, alimentata da proventi illeciti ed estorsioni.

Il contabile non può essere latitante, poiché deve garantire la disponibilità dei fondi.

Solidarietà e fragilità

Quando un affiliato viene arrestato, la priorità dell’organizzazione è sostenere la famiglia e rassicurare il detenuto attraverso invii di denaro e assistenza legale. Tuttavia, il momento più critico per un giovane è proprio l’ingresso in carcere: l’aura di invulnerabilità si spezza e cresce il rischio di collaborazioni con la giustizia. Spesso, in quel momento, emerge la consapevolezza di essere stati strumentalizzati come “utili idioti” dai vertici della cosca.