Questa volta non si tratta dell’ennesima rissa televisiva o del più becero turpiloquio intrattenuto dal Sottosegretario alla cultura Vittorio Sgarbi. L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCOM) ha aperto un procedimento istruttorio verso lo stesso per possibile conflitto d’interessi. Verranno poste sotto le lenti dell’Antitrust tutte quelle attività professionali, prestate dal noto critico d’arte, per valutarne l’eventuale incompatibilità con l’assunzione di cariche di governo. Ai sensi della legge 215/2004: “Il titolare di cariche di governo, nello svolgimento del proprio incarico, non può esercitare attività professionali o di lavoro autonomo in materie connesse con la carica di governo, di qualunque natura, anche se gratuite, a favore di soggetti pubblici o privati” (art. 2 comma 1).
L’inchiesta del Fatto Quotidiano: il sottosegretario a gettone
A dare luce all’annosa vicenda è un’inchiesta del Fatto Quotidiano, la quale quantifica i proventi illecitamente cumulati da Sgarbi in 300 mila euro dal solo febbraio scorso. Non è finita qui, oltre a conferenze, inaugurazioni, valutazioni di opere d’arte e ospitate varie di dubbia liceità, pare che la figlia della domestica sia stata assunta nello staff governativo. Che singolare coincidenza. Come quella per cui a gestire l’ingarbugliata rete mondana del sottosegretario sia proprio Antonino Ippolito, unico socio e amministratore dell’ARS, Società di consulenza S.r.l., oltre che capo della segreteria di Vittorio Sgarbi presso il Ministero della Cultura. Stipendiato dai contribuenti, impiega il proprio tempo nel negoziare e fatturare i compensi. Alcuni esempi: inaugurazione Art expo a San Remo 35.000 euro, mostra su Andy Warhol 5.000 euro, lectio magistralis su Caravaggio 10.000 euro e cura della mostra “La Bottega di Leonardo” 35.000 euro. Dato il carattere “irrisorio”, si fa per dire, delle retribuzioni, la maggior parte dei contratti comprende anche rimborsi spese e benefit vari. Il pernottamento in alberghi di almeno quattro stelle, una matrimoniale per il professore e due singole per autista e addetto stampa, in aggiunta a un banchetto per la vendita dei propri libri.
Sgarbi, quando ormai le capre erano già fuori dal recinto, ha pensato bene di difendere la propria posizione divulgando un video dai contenuti intimidatori verso Marco Travaglio, direttore del Fatto Quotidiano, come potete visionare cliccando qui. Il delirio narcisista non ha confini. In un secondo video, insieme alle mirabolanti doti oratorie e allo stridio delle dita che si arrampicano sugli specchi, è possibile udirlo qualificare la propria attività di sottosegretario come un profondo atto di generosità verso il paese. Generosità disinteressata al punto da essere remunerata circa 8.700 euro al mese, particolare però omesso dal sottosegretario.

La versione del Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano
Entrato nell’onda del ciclone, il Ministro Sangiuliano rilascia un’intervista in cui si dichiara estraneo ai fatti. Consapevole degli innumerevoli impegni del suo sottosegretario non era però al corrente dei compensi ricevuti. <<Sono indignato dal comportamento di Sgarbi, va bene? Lo vedevo andare in giro a fare inaugurazioni, mostre e via dicendo. Ma mai avrei pensato che si facesse pagare per queste cose>> dichiara. Chiarisce di aver inviato tutto il materiale a sua disposizione all’Antitrust e di aver avvertito la premier Giorgia Meloni. Appare infine irritato da un particolare vizio di Sgarbi: le promesse irrealizzabili. «Va in giro a promettere cose irrealizzabili. Annuncia acquisti di palazzi e cose da parte del ministero che ha solo 20 milioni in bilancio per acquistare beni. E io poi dopo devo andare a spiegare ai giornali che questa cosa non esiste, che non si può fare, che c’è una procedura, che bisogna rispettare le leggi, che tutto va fatto con l’Agenzia del demanio. Se faccio l’elenco delle cose che lui dice che bisogna comprare tocca spendere 1 miliardo che lo Stato non ha. Comunque ho scritto a chi di dovere» asserisce seccato. Col senno di poi, sarà lecito interrogarsi sulla natura di tante promesse. Promesse che puzzano di favori ricambiati.
Dulcis in fundo, Sgarbi esprime forte brama di rivalsa «Partirà il mio contrattacco non appena la polizia postale avrà individuato la persona che ha mandato la lettera anonima» alludendo ad una presunta segnalazione pervenuta al Fatto Quotidiano. Ecco riassunta in poche parole l’arroganza e l’intento vendicativo di un esaltato che assunte cariche di governo è convinto di poterne fare strumenti per il proprio tornaconto. Giustificazione: ma io sono Vittorio Sgarbi, non ho mica bisogno di una carica per essere invitato. Così lascia intendere sotto i riflettori di Piazza Pulita. Viene da domandarsi: e allora, perché è ancora saldamente seduto su quella poltrona?





