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Netflix, nuove sfide per Tinny Andreatta: “Le serie tv? Nascono dai libri”

Su «La Stampa» l’intervista a Tinny Andreatta (all’anagrafe Eleonora, ma solo lì), inserita da Hollywood Reporter tra le 25 donne più potenti al mondo nel campo della tv e dell’entertainment. Dopo 25 anni in Rai, dal 2020 lei è vicepresidente delle serie tv originali italiane per Netflix. Durante la conversazione col quotidiano l’Andreatta ha dichiarato che i contenuti del colosso nascono dai libri.

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Netflix, nuove sfide per Tinny Andreatta: “Le serie tv? Nascono dai libri”

«Spesso e volentieri i libri riescono a rendere visibili alcuni temi o problematiche che noi abbiamo davanti agli occhi ma che in una realtà così mutevole sono difficili da afferrare. Come diceva Umberto Eco i romanzi raccontano mondi possibili che sono riccamente ammobiliati e quindi costruiscono dei mondi di per sé stessi, che sono interessanti da esplorare. Poi i romanzi regalano personaggi che hanno un’umanità tridimensionale, complessa», ha confidato Tinny Andreatta a “La Stampa”. Spesso la gente dice: il libro era meglio (o anche era peggio). A proposito del “tradimento del testo”, l’imprenditrice ha dichiarato: «Cito Fellini: adattare un libro significa prenderne il cuore ma farlo battere in un’altra maniera. Secondo me è questa la ragione per cui si parte da un libro per poi trasformarlo in un’opera dove certe volte si interpreta anche ciò che non è scritto ma è solo tra le righe».

Tinny Andreatta parla dell’intrattenimento Netflix

Ma come si fa a preferire un libro anziché-è un altro? «Cerchiamo temi che riescano a toccare la sensibilità, i sogni e le curve dell’immaginario del pubblico contemporaneo, che è estremamente eterogeneo. Netflix sia a livello globale che a livello italiano trae molte storie dai libri. Una varietà di tipologie di racconti, che vanno dai classici alla letteratura di genere, a quella contemporanea. Pensando ai titoli internazionali ne cito tre, tutti lontanissimi tra loro: Bridgerton, La regina degli scacchi e Il problema dei tre corpi. Ora uscirà un altro adattamento di Cent’anni di solitudine. In Italia in aggiunta abbiamo sperimentato l’adattamento del fumetto», ha spiegato l’Andreatta. Il riferimento è a Zerocalcare: «La prima serie Strappare lungo i bordi è una vicenda esistenziale, in cui il personaggio attraversa tutte le soglie della crescita: l’amicizia, l’amore e la morte. Mentre nella seconda serie Questo mondo non mi renderà cattivo, si allarga e racconta un disagio generazionale».

Riuscirà Netflix a far tornare Il Gattopardo in classifica?

A proposito de Il Gattopardo, in cui bisognerà misurarsi con il capolavoro di Luchino Visconti, Tinny Andreatta ha detto: «È stato il primo progetto abbracciato quando sono arrivata a Netflix. Rispetto a Visconti il libro è molto più ricco, complesso e articolato. E noi siamo tornati alle pagine del romanzo, leggendo anche nelle righe del non scritto. La serialità ha un’ampiezza che permette di esplorare i personaggi con una profondità che la sintesi di un film preclude. Il Gattopardo è una storia estremamente contemporanea, c’è una bellissima contrapposizione tra giovani idealisti e adulti che hanno perso l’illusione verso il futuro. Abbiamo recuperato anche i rapporti familiari, molto presenti nel libro, in particolare tra il principe di Salina, Tancredi e Concetta». Riuscirà Netflix a far tornare Il Gattopardo in classifica? «Guerra e Pace è tornato in classifica. Possiamo far tornare a leggere ciò che raccontiamo, che sia un romanzo piccolo, un grande classico e un romanzo contemporaneo. La curiosità per la lettura è fortemente alimentata dall’adattamento di un romanzo».

Sul potere delle immagini, Tinny Andreatta ha detto: «Il racconto è fruito attraverso l’immaginazione e l’emotività, è un’esperienza immersiva, mentre tutte le altre forme di comunicazione attraverso il video – come le news – passano dal filtro della razionalità. In termini di costruzione dell’immaginario collettivo il film e le serie in questi ultimi 50 anni sono stati il veicolo più forte». Come è nata in lei la passione per lo storytelling«Ho visto moltissimi film. Da piccola ho guardato tanti film di guerra e western insieme a mio padre e ai miei fratelli maschi. Molti film d’amore con mia nonna. E molto cinema europeo con mia madre, che mi portava in tutti i cineforum immaginabili, con un amore onnivoro». Senza contare che è stata una grande lettrice sin da quando era una bambina, amava le favole: «Intorno ai 14 anni sono diventata un’appassionata di letteratura russa. Abbracciato Delitto e castigo e i racconti di Cechov non ho più lasciato questa mia passione. Anche Kafka è stato un grande amore. Ricordo a 15 anni il pellegrinaggio in tutte le sue case durante un viaggio a Praga».