Quella di Danilo Notaro sembra una favola. Perlomeno ha i contorni della favola. È stato appena nominato étoile del San Carlo. Non era affatto scontato, proprio perché lui, 28 anni compiuti, non era esattamente un predestinato per i suoi parenti. «Vengo da una famiglia di commercianti, i miei genitori hanno una salumeria a Capodichino. I miei fratelli li hanno affiancati», ha confidato il ragazzo in un’intervista concessa al «Corriere della Sera». I familiari non si sono mai opposti ad una carriera non facile e la loro fiducia ora è stata ripagata. È un valore aggiunto poter contare sul supporto della propria famiglia.

«Con ogni probabilità se alcune mie amiche d’infanzia non avessero deciso di iscriversi a una scuola di balli latini, niente di tutto questo sarebbe successo», ha raccontato il giovane al «Corriere della Sera». Una passione nata per caso: «Eravamo molto legati tra noi. Così le seguii anche alle lezioni di danza. La mia insegnante dell’epoca fu particolarmente lungimirante. Mi osservò e mi incoraggiò molto: perché non fai un’audizione al San Carlo? Lo dissi ai miei genitori e, benché non fosse il loro mondo, mi permisero di provarci. Fui preso subito».

Con la danza classica non è stato amore a prima vista: «Mi ci sono dovuto abituare lentamente. Ma una volta che ci sono entrato, è stato tutto in crescendo. Ho capito che è solo attraverso la danza classica che puoi entrare in contatto profondo con la bellezza di questa arte: l’ho scoperto con il corpo, ma anche imparandone la storia, interiorizzando il grande valore della disciplina», ha spiegato Notaro. Cosa lo spaventa oggi? «Di dover mantenere il massimo livello sempre, di onorare il mio essere étoile».
Eh sì, perché di questo giovane colpisce la profonda umiltà. Aveva fame di arrivare e si è impegnato anima e corpo per veder realizzati i suoi progetti. Non è vero che sognare è gratis: comporta fatica, rinunce. E Notaro sente di dover lavorare ancora molto su sé stesso: «Devo migliorare l’autostima», ha detto nell’intervista. «Non posso perdere la tensione a migliorare», ha sottolineato Danilo Notaro.

Ed è incredibile che sia proprio lui a dirlo, visto il traguardo raggiunto. Notaro è stato definito dalla direttrice del Balletto Clotilde Vayer «danseur noble». Un’espressione in genere impiegata per descrivere «un ballerino che mostrava grandi nobiltà di carattere ed eleganza» e che oggi è usato per definire il «danzatore principale che si esibisce al più alto livello teatrale combinando la grazia con l’abilità».
Il Corpo di Ballo del Teatro di San Carlo ha anche un’altra étoile: Anna Chiara Amirante. Tutti e due sono stati nominati ieri sera dal Sovrintendente Stéphane Lissner su proposta della Vayer.





