Duro botta e risposta tra la premier Giorgia Meloni e la segretaria del Pd Elly Schlein sulla tutela dei diritti dei lavoratori. “Questo governo li difende molto di più della sinistra al caviale”, l’affondo della presidente del consiglio. Immediata la replica della segretaria del Pd: “Io di caviale non ne ho mai mangiato, ma nemmeno posso sopportare che i lavoratori vengano purgati con olio di ricino”. Dalla Meloni il riferimento alla ‘gauche caviar’; dalla Schlein alle purghe somministrate dai fascisti nel Ventennio. Lo scontro tra le due era iniziato 24 ore prima con il messaggio della presidente del Consiglio, letto a ‘Un giorno da Pecora’, in cui raccontava come, “non avendo particolari diritti sindacali”, fosse al lavoro a “Budapest per il Consiglio europeo”, benché stesse poco bene. “La smetta di fare la vittima” e “delegittimare” i sindacati, aveva tuonato Elly Schlein.
Leggi anche: Draghi: “Con Trump grande differenza nei rapporti Ue-Usa”
Botta e risposta tra Giorgia Meloni e Schlein sui diritti dei lavoratori
Dalla Camera il capogruppo dem in commissione Lavoro, Arturo Scotto, si era sentito pure di rispondere all’affondo della Meloni: “Non so di quale caviale parli, forse di quello che evidentemente mangia insieme al suo amico plurimiliardario Elon Musk che il sindacato nelle sue fabbriche non lo fa nemmeno entrare”. Dello stesso avviso Angelo Bonelli di Alleanza Verdi Sinistra, che ha dichiarato: “Temo che la premier sia stata folgorata dai salotti internazionali più esclusivi, che vanno ben oltre champagne e caviale: lei difende i super miliardari, basta leggere la manovra economica contro i poveri e i giovani”.
Nel dibattito si è inserito anche Carlo Calenda, leader di Azione: “La presidente del Consiglio e la leader del principale partito d’opposizione si scambiano battute sulla ‘sinistra al caviale’. O cominciamo ad affrontare seriamente il tema della recessione che arriverà con numeri e progetti o se continuiamo con battutine e polemiche finirà malissimo”. Nessun commento dal Movimento 5 stelle che, come spiega un parlamentare, non si sente tirato in ballo in quanto “non è di sinistra”, né tantomeno “amante del caviale”, bensì “progressista”. È questo il nuovo corso di Giuseppe Conte (almeno nelle intenzioni).





