Ogni anno, la notte del 31 ottobre, il mondo si illumina di lanterne arancioni, maschere spaventose e risate di bambini che bussano alle porte chiedendo “dolcetto o scherzetto?”. Halloween è diventata una festa globale, ma le sue origini affondano in riti antichissimi, quando il confine tra la vita e la morte era qualcosa da temere e da celebrare.
Le origini celtiche
Tutto comincia oltre duemila anni fa tra i Celti d’Irlanda e di Scozia. Era il tempo del Samhain, la fine dell’estate e l’inizio dell’inverno, stagione in cui il sole si faceva più debole e la terra sembrava morire. Si credeva che nella notte tra il 31 ottobre e il 1° novembre il velo tra il mondo dei vivi e quello dei morti si assottigliasse, permettendo agli spiriti di tornare sulla terra. Per difendersi o confonderli, i Celti si travestivano, accendevano grandi fuochi e celebravano con canti e danze un nuovo ciclo della natura.
Da festa pagana a tradizione cristiana
Con l’arrivo del Cristianesimo, la Chiesa decise di sovrapporre ai riti pagani le proprie ricorrenze. Nell’835 d.C. papa Gregorio IV istituì la festa di Ognissanti il 1° novembre, seguita il giorno dopo dalla Commemorazione dei defunti. Il nome Halloween nasce proprio dall’espressione inglese All Hallows’ Eve, la “vigilia di Ognissanti”. Così, una celebrazione legata ai raccolti e agli spiriti si trasformò in un momento di preghiera e memoria.
Dall’Irlanda agli Stati Uniti
Nel XIX secolo milioni di irlandesi e scozzesi emigrarono in America, portando con sé la tradizione di Samhain. Negli Stati Uniti, Halloween cambiò volto: divenne una festa popolare e gioiosa, meno spirituale e più “spettacolare”. Nacque il celebre “trick or treat” (dolcetto o scherzetto) e comparvero le zucche intagliate, ispirate alla leggenda di Jack O’Lantern, un fabbro condannato a vagare per l’eternità con una lanterna ricavata da una rapa, poi sostituita, in America, dalla più fotogenica zucca.
La notte delle streghe in Italia
In Italia Halloween si è diffuso negli anni Novanta, spinto da film, serie e cartoni animati americani. Inizialmente bollato come “festa commerciale importata”, oggi è parte del nostro calendario popolare: le città organizzano eventi, feste in maschera, tour nei castelli e perfino iniziative culturali che uniscono folklore e ironia. È la prova che la tradizione può reinventarsi senza perdere la sua anima.
Da “souling” a “dolcetto o scherzetto”
Il famoso “dolcetto o scherzetto” ha origini più antiche di quanto si creda. Già nel Medioevo, in Irlanda e in Inghilterra, i bambini e i poveri andavano di casa in casa alla vigilia di Ognissanti chiedendo cibo in cambio di preghiere per le anime dei defunti. Il rito, chiamato souling, prevedeva la distribuzione dei soul cakes, piccoli dolci in memoria dei morti. Negli anni Trenta del Novecento, negli Stati Uniti, il gesto si trasformò in gioco: chi offriva caramelle evitava “scherzetti” innocui come farina o carta igienica sulla porta.
Una festa che parla di noi
Al di là dei costumi e delle zucche, Halloween resta un rito collettivo: un modo per esorcizzare la paura, riflettere sulla morte e celebrare la vita attraverso la fantasia. È la notte in cui i mostri sorridono, in cui il buio si riempie di luce e in cui, per qualche ora, ci è concesso ridere di ciò che più ci spaventa.





