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Giuseppe Cruciani torna in libreria con “Ipocriti!”: “Non sono il megafono del governo”

Provocatore, controverso, spesso divisivo. Ma anche timido, introverso, sorprendentemente riflessivo. Giuseppe Cruciani, voce inconfondibile della trasmissione radiofonica La Zanzara, torna sotto i riflettori non con una polemica, ma con un libro: “Ipocriti!”, edito da Cairo. In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, Cruciani si spoglia del ruolo di battagliero conduttore e si racconta: la famiglia difficile, i rapporti sentimentali, il mestiere di padre e l’amicizia con il collega David Parenzo, che definisce “un fratello”. Ma è soprattutto nel volume appena uscito in libreria che Cruciani affonda il colpo, in puro stile Zanzara: un pamphlet velenoso e senza sconti contro il doppio standard che permea la politica, i media, la società. E anche noi stessi.

L’intimità scomoda di un uomo pubblico

Nella conversazione con il Corriere, Cruciani non risparmia nessuno. Nemmeno se stesso. Confessa di vedere la madre malata “una volta l’anno”, e parla del rapporto distaccato con la famiglia d’origine: “Timidi, poco espansivi, come me”. Lontano dall’immagine da maschio alfa che traspare in radio, il giornalista ammette di essere un padre un po’ assente, pur cercando di offrire indicazioni alla figlia Viola, seppur «con grande parsimonia negli abbracci». Sul piano sentimentale, Cruciani è altrettanto diretto: “L’amore grande è Eleonora”, conosciuta grazie a Filippo Facci. E su Selvaggia Lucarelli? Nessuna polemica: “Facciamo vite diverse”.

No, non è (solo) un megafono della destra

Chi lo etichetta come un paladino del centrodestra resta spiazzato: “Ridicolo”, dice lui. E a dimostrarlo elenca le sue posizioni: favorevole al matrimonio omosessuale, alla legalizzazione delle droghe leggere, e all’adozione da parte di coppie gay. Una piattaforma tutt’altro che reazionaria. Il paradosso è proprio questo: Cruciani si muove su un crinale ambiguo, tra provocazione e coerenza personale, difficile da inquadrare nelle griglie della politica tradizionale. Ama mettere in discussione tutto, e nel suo nuovo libro lo fa con ferocia.

Ipocriti! Un j’accuse contro la doppia morale

Nel suo pamphlet, Cruciani parte da un assunto chiaro: viviamo circondati da ipocriti. Lo afferma senza giri di parole, usando il suo tono tagliente, spesso urticante. “Dov’erano i paladini della tolleranza, inorriditi dalle immagini dei cittadini ammanettati e respinti da Trump, quando lo facevano anche i governi democratici?”, si chiede. E ancora: “Perché se la sinistra occupa la Rai è democrazia, ma se lo fa la destra è fascismo?”. Il bersaglio non è solo la politica. Intellettuali, attivisti, giornalisti, influencer, gente comune: nessuno si salva dalla satira corrosiva dell’autore. Tra gli esempi: chi si dice contro OnlyFans ma lo frequenta, chi grida all’accoglienza ma pretende che l’ospitalità sia a carico degli altri, chi lancia anatemi contro il patriarcato ma si affida al paternalismo per ottenere spazio. Il doppiopesismo è diventato sistema. È questa l’accusa più pesante del libro, che Cruciani rivolge tanto ai leader di partito quanto ai cittadini qualunque, passando per il mondo dello spettacolo, della cultura, dei social.

Politicamente scorretto, sempre

Nel mirino finiscono anche le parole. In particolare, Cruciani contesta l’uso del termine “femminicidio”, che a suo dire sarebbe frutto di un’ossessione ideologica: “Le femministe si sono fissate”. Una provocazione che non mancherà di suscitare reazioni, ma che nel suo intento è coerente con la visione dell’autore: inasprire le pene per chi uccide, non creare categorie linguistiche ideologiche. Nel libro non mancano neppure incursioni nel mondo dello spettacolo: emblematico il riferimento a Luca Marinelli, liquidato con un “chiagnere e fottere” che fa capire la misura della polemica. Tutto il volume è attraversato da questa logica: mettere alla berlina ciò che viene considerato intoccabile, rompere le certezze del pensiero dominante, e mostrare come spesso chi predica, razzola male.

Zanzara per sempre

Cruciani non dimentica La Zanzara, lo storico programma radiofonico che nel 2025 compie vent’anni. Un format unico, fatto di scontri verbali, libertà assoluta, battute oltre il limite. Un luogo dove Cruciani ha costruito il suo personaggio e la sua carriera, al fianco di Parenzo: “I figli di Parenzo mi chiamano zio”, dice, rivelando un legame profondo, oltre la trasmissione. Giuseppe Cruciani non chiede di essere amato. Chiede di essere ascoltato. E, soprattutto, sfida chi legge a mettersi in discussione. “Ipocriti!” non è un libro che conforta. È un libro che punge, che disturba. Ma è anche, nel suo stile ruvido, un invito a guardarsi allo specchio.