Franco Grillini non ha mai lasciato la sua amata Bologna. In un’intervista al «Corriere della Sera» il giornalista, politico e presidente onorario dell’Arcigay è tornato a parlare della sua malattia e non solo. Nel 2014, come qualcuno ricorderà, gli è stato diagnosticato un bruttissimo male, un mieloma multiplo. Grillini allora non ebbe timore di condividere il suo problema di salute. Fu il suo secondo coming out, dopo quello fatto a 19 anni, quando rivelò di essere omosessuale.

Franco Grillini, dalla malattia alle battaglie per i diritti dei gay: c’è ancora un tabù da sfatare
Oggi sta meglio. «Certo, sono un fragile e un invalido. Ma vivo», ha detto al «Corriere» sorridendo il fondatore dell’Arcigay e della Lila (Lega italiana per la lotta all’Aids), più volte parlamentare. Come scrive Amelia Esposito, che l’ha intervistato “Franco Grillini è il movimento Lgbt italiano. La sua storia è quella del movimento. Nella sua vita pubblico e privato, politico e privato, sono la stessa cosa”. Lui si sente un sopravvissuto, parlando del mieloma multiplo ha detto: «È un tumore che colpisce le cellule architrave del sistema immunitario, quindi crea una grave immunodepressione. I primi tre anni sono stati tremendi. Ho subìto una chemio pesantissima e un autotrapianto di cellule staminali. Ne avrei dovuti fare tre, di autotrapianti, ma ne ho retto soltanto uno: è stato così pesante che alla fine non mangiavo più. Sono arrivato a pesare 50 chili, prima di ammalarmi ne pesavo oltre cento. Ero il fantasma di me stesso, mi davano tutti per spacciato». Invece, le cose sono andate diversamente.

Franco Grillini torna a parlare della sua malattia: come sta oggi
«Mi sono salvato grazie a una terapia sperimentale. L’accesso ai medicinali sperimentali avviene perché sei inserito in un protocollo per motivi compassionevoli. Tradotto: per te non c’è più nulla da fare, proviamo anche questa. E insomma, succede che, dopo un mese appena di terapia, la malattia si blocca. Al Sant’Orsola mi dissero: mai vista una roba così», ha spiegato Franco Grillini. Da tutto questo il noto attivista ha tratto un insegnamento: «Che delle malattie, come di tutte le sfortune della vita, non bisogna vergognarsi. Non bisogna vergognarsi di uscire in carrozzina, di indossare una parrucca, di avere una brutta cera. I malati di cancro troppo spesso si chiudono in casa, tagliano i ponti con tutti, non chiedono aiuto. Ma la malattia non è una colpa». (continua a leggere dopo le foto)

La sua vittoria più grande? “La presa del Cassero nel 1982”
Una vita intensa la sua, piena di battaglie. La sua più grande vittoria? «La “presa” del Cassero l’8 giugno 1982. Era la prima volta che un Comune concedeva uno spazio pubblico a un’associazione gay. E perlopiù in un luogo caro ai cattolici bolognesi e non solo: il Cassero di Porta Saragozza, dove passava la Madonna di San Luca. Venne persino papa Giovanni Paolo II a Bologna per cercare di convincere l’allora sindaco Renato Zangheri a non darcelo. Ma alla fine, avemmo la meglio noi».

Franco Grillini e il tabù della differenza d’età: “Amare una persona più giovane è bellissimo”
Ha amato moltissimo, anche se oggi si dice single. L’ultima relazione? «Aveva 33 anni meno di me», ha svelato Franco Grillini. È finita perché la famiglia del compagno era contraria: «Arrivarono a minacciarmi di morte. A lui dissero che avrebbero assoldato un killer che con 25mila euro mi avrebbe fatto fuori». Un’altra morte scampata: «Mi lasciò prima che potessero uccidermi e tornò al suo paese, al sud». Ma si può amare una persona più giovane di quasi quarant’anni? Per lui sì: «Posso parlare per me: bellissima. Ma penso di poter parlare a nome di molte persone dicendo che quello della differenza d’età è l’ultimo tabù da sfatare nella nostra società. Abbiamo fatto accettare le relazioni fra due persone dello stesso sesso, ma la gente fatica ancora a comprendere gli amori nati fra chi ha età molto diverse».





