«Lasciamele tutte le rughe, non me ne togliere nemmeno una, che c’ho messo una vita a farmele!». In questa frase c’è la vera essenza di Anna Magnani. Nasceva proprio oggi, il 7 marzo del 1908, la «Nannarella» del cinema italiano. Celebri le sue interpretazioni, soprattutto in film come Roma città aperta, Bellissima, Mamma Roma, Nella città l’inferno e La rosa tatuata. Quest’ultimo le è valso nel 1956 un Oscar come miglior attrice protagonista (è stata la prima non di lingua inglese a ricevere tale riconoscimento). «Divina, semplicemente divina», l’ha definita «Il Times». «La Magnani? Motivo di orgoglio italiano», sentenziò il grande Federico Fellini. Tra i complimenti più belli quello di Meryl Streep: «La dea. Fantastica. Guardate che occhi! Che intensità. L’impegno completo su ogni cosa che ha fatto. Un impegno che scoppiava in tutto quello che faceva». Lontana dal cliché delle star di Hollywood, Anna Magnani ha sempre cercato di preservare la sua libertà. Tra le tante cose, è riuscita ad imporre il proprio cognome al figlio, proprio come la madre Marina aveva fatto con lei. Si tratta di uno dei rari casi di genealogia matrilineare in Italia protratta per tre generazioni. Non la sua unica battaglia, Nannarella è attuale più che mai. E non soltanto per i ruoli che è stata chiamata ad interpretare.
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Niente filtri Instagram, al diavolo la gente: Anna Magnani e la bellezza delle rughe
Ad oltre 50 anni dalla sua scomparsa, Anna Magnani ha imposto al cinema una nuova estetica femminile. Non era perfetta, anzi, nel corso della sua carriera non ha mai voluto nascondere i capelli spettinati, le occhiaie, tantomeno le rughe. Già le rughe, quelle che tante donne cercano di nascondere, dimenticando che sono un simbolo della vita stessa, del cammino che si è fatto. Restando fedele a sé stessa, emancipata, ma sul serio, Anna Magnani ha sempre messo al centro il cuore, che non invecchia. Anzi, forse col tempo diventa addirittura più tenero, si finisce con l’essere più buoni. Siamo d’accordo, può accadere che la vita indurisca, ma in quel caso ha ragione la scrittrice Alda Merini: «La cattiveria è degli sciocchi, di quelli che non hanno ancora capito che non vivremo in eterno». Insomma, niente che interessi Anna Magnani, una donna profondamente intelligente.

«Ce metti una vita intera per piacerti, e poi, arrivi alla fine e te rendi conto che te piaci»
«Ce metti una vita intera per piacerti, e poi, arrivi alla fine e te rendi conto che te piaci. Che te piaci perché sei tu, e perché per piacerti c’hai messo na vita intera: la tua. Ce metti una vita intera per accorgerti che a chi dovevi piacè, sei piaciuta… E a chi no, mejo così. Ce metti na vita per contà i difetti e riderce sopra, perché so belli, perché so i tuoi. Perché senza tutti quei difetti, e chi saresti? Nessuno. Quante volte me sò guardata allo specchio e me so vista brutta, terrificante. Co sto nasone, co sti zigomi e tutto il resto. E quando la gente me diceva pe strada “bella Annì! Anvedi quanto sei bona!” io nun capivo e tra me e me pensavo “bella de che?”. Eppure, dopo tanti anni li ho capiti. C’ho messo na vita intera per piacermi. E adesso, quando me sento dì “bella Annì, quanto sei bona!”, ce rido sopra come na matta e lo dico forte, senza vergognarmi, ad alta voce “Anvedi a sto cecato!”», le parole dell’attrice che ha fatto dell’unicità il suo punto di forza. Diva, o meglio, antidiva, che non ha ceduto al ritocchino, che non si è lasciata dissuadere dai diktat imposti dalla società: «Non ho ancora imparato a farmi scivolare tutto addosso, ma meglio ruvida che viscida», non si stancava di ripetere. Niente filtri Instagram, al diavolo i giudizi della gente. Anna Magnani anteponeva ad ogni cosa la libertà di piacersi (e perché no di autocelebrarsi). Smettere di odiarsi, ecco. Almeno questo.
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