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Tragedia sull’A1, l’appello delle Misericordie: “Il sistema tiene perché c’è chi non si tira indietro”

Firenze, 11 agosto 2025 – Una settimana fa, lungo l’autostrada A1, un incidente durante un servizio di soccorso ha spezzato tre vite: due volontari della Misericordia di Terranuova Bracciolini, Giulia e Gianni, e il paziente che stavano trasportando. Erano in ambulanza, in servizio, come sempre al fianco di chi aveva bisogno.

Sabato scorso, la comunità li ha salutati in un abbraccio collettivo carico di commozione. Una folla numerosa si è stretta attorno alle famiglie e ai colleghi volontari, rendendo omaggio al loro impegno e al loro sacrificio.

La lettera del presidente Ceccherini

In una lettera aperta, il presidente del Coordinamento delle Misericordie Fiorentine, Andrea Ceccherini, ha voluto trasformare il dolore in un messaggio chiaro:

“Il sistema tiene perché c’è chi non si tira indietro. Anche quando nessuno guarda”.

Ceccherini ha denunciato come troppo spesso, di fronte alle tragedie, l’attenzione si esaurisca rapidamente: si esprimono cordogli, si osservano minuti di silenzio, ma poi si “volta pagina”. Un meccanismo che, secondo il presidente, non può valere per chi ogni giorno regge sulle proprie spalle le carenze del sistema sanitario.

“Su quell’ambulanza c’eravamo tutti”

Il presidente ha ricordato che il volontariato non è un’alternativa marginale, ma una colonna portante del sistema di emergenza:

“La verità è che su quell’ambulanza c’eravamo tutti. Tutti noi che ogni giorno mettiamo una divisa per stare accanto a chi soffre”.

Ceccherini ha sottolineato come spesso i volontari affrontino missioni gravose non per obbligo ma per senso di responsabilità, sopperendo alle mancanze di una rete sanitaria che in molte aree non riesce a garantire piena efficienza e prossimità ai territori.

Un sistema che vive grazie al volontariato

Secondo Ceccherini, se la rete sanitaria fosse più strutturata e vicina alle comunità, molti trasporti oggi affidati al volontariato non sarebbero necessari.

“Il volontariato non è un’alternativa al sistema: è ciò che lo tiene in piedi quando tutto il resto crolla”.

L’appello è chiaro: riconoscere e proteggere chi ogni giorno serve in silenzio, facendo il possibile per garantire sicurezza e supporto a chi opera in prima linea.

Un impegno da trasformare in azione

Il presidente ha concluso ricordando che Giulia e Gianni sono morti perché hanno scelto di esserci:

“Per questo non basta ricordarli. Dobbiamo cambiare sguardo, riconoscere il valore di chi serve in silenzio e fare di tutto per proteggerlo. In un Paese che troppo spesso dà tutto per scontato, il loro esempio deve restare acceso”.