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Come è morto Oliviero Toscani: parla il suo cardiologo

Oliviero Toscani è scomparso a 82 anni, gettando nello sconforto quanti lo stimavano e gli volevano bene. È deceduto questa mattina all’ospedale di Cecina, dove era ricoverato da venerdì scorso per l’aggravarsi delle sue condizioni. Malato di amiloidosi, qualche mese fa, aveva raccontato della malattia degenerativa che lo aveva colpito. Ma come è morto il celebre quanto provocatorio fotografo? «Oliviero ha vissuto tutta la sua vita al di fuori delle convenzioni e muore nello stesso modo. Il suo è un momento di passaggio totalmente privato», le parole di Michele Emdin, cardiologo di Toscani e direttore del dipartimento cardio-toracico della Fondazione Monasterio.

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Come è morto Oliviero Toscani: parla il suo cardiologo

Michele Emdin ha seguito Oliviero Toscani da quando si è ammalato di amiloidosi. «Le sue condizioni erano in ripresa, la malattia si era stabilizzata, tanto che aveva ricominciato a prendere peso», ha confidato al «Repubblica» il medico. Toscani, ha dichiarato Michele Emdin, «non ha sofferto ed è morto in seguito a un incidente che nulla ha a che vedere con la sua patologia cardiaca, è stata una complicanza non cardiologica a determinarne il decesso: in ospedale a Cecina tutto lo staff medico è stato perfetto, così come lo è stato il suo medico di base e Oliviero non ha sofferto». Il cardiologo è andato a trovarlo sabato: «Era circondato dall’affetto della sua famiglia ed è deceduto circondato dalla sua musica, quella che ha potuto ascoltare fino alla fine». A proposito del loro rapporto Emdin ha svelato: «In questi due anni eravamo diventati amici, per me era una persona importante, avevo intrecciato anche rapporti con i suoi familiari». Che tipo di paziente era Toscani? «Non temeva la morte ma, come diceva Dante, aveva ‘la malattia in gran dispetto’. Si sentiva prigioniero di un corpo malato ma la sua testa era ancora giovane, quella di un ragazzo. Era un paziente modello, seguiva tutte le indicazioni».

«Il problema è stata una setticemia, un’infezione partita dalla colecisti»

Cosa l’ha ucciso? «Il problema è stata una setticemia, un’infezione partita dalla colecisti. Non è una cosa direttamente legata alla sua malattia. Ma quando c’è una setticemia c’è uno shock, che in questo caso si inserita su un quadro generale di fragilità. Devo dire che all’ospedale di Cecina i colleghi che lo hanno seguito sono stati bravissimi. Sono stato a trovarlo sabato pomeriggio, ho parlato con i familiari», ha affermato Michele Emdin. Il cardiologo al suo paziente ha voluto anche dedicare una poesia, riportata da diversi quotidiani online: «Abbiamo guardato il mondo, gli uomini e le donne. Oltre le convenzioni. Oltre le religioni. Oltre le politiche. Abbiamo guardato l’anima e la verità attraverso i tuoi occhi. Avevamo quindici anni, ma il tuo sguardo è stato il nostro per la vita a venire. Fotografo fino al nostro incontro. Medico e paziente, poi persone, poi amici. Poi io ad ascoltare il maestro che raccontava sprazzi scintillanti di vite parallele. E distillati di dolore. E mi insegnava cos’è la disperazione, mai provata così sino a quel momento. E mi regalava gli occhi e le voci buone di Alì Bumaye, di Rocco, di Lola, di Kirsti. Le ampolle, dove hai raccolto la tua ambrosia».