Nathalie Moellhausen, la schermitrice italo-brasiliana svenuta in pedana, portata via dai dottori per un male di cui nessuno sapeva, è diventata in un certo senso il simbolo dei primi giorni delle Olimpiadi di Parigi 2024. In un’intervista concessa a “Repubblica” la campionessa, oro nella spada ai Mondiali 2019, ha aggiornato tutti sulle sue condizioni di salute. Ecco come sta.
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Nathalie Moellhausen alle Olimpiadi con un tumore: come sta oggi
Come sta Nathalie Moellhausen? “Stanca e stordita. Sono appena stata operata. Ho una cicatrice di dieci centimetri sul fondo schiena. All’inizio sembrava una lesione tumorale schwannoma all’osso sacro. Soltanto a giugno vista la crescita è arrivata la diagnosi di un tumore fibroso solitario. Rarissimo. Dieci casi nel mondo, solo due operati. Io sono la seconda. Ringrazio il neurochirurgo, il professore Sebastien Froelich, non è stato facile raggiungerlo, ma lui si è reso disponibile, mi ha evitato il peggio e mi ha permesso di gareggiare. Sono ancora in ospedale, sto facendo fisioterapia, per riacquistare la mobilità, soprattutto alla gamba destra. Solo ora ho appreso che tutti pensavano a un sarcoma”.

“Solo ora ho appreso che tutti pensavano ad un sarcoma”
Si è accorta che qualcosa non andava mesi fa: “A febbraio in Coppa del mondo a Doha, avevo un dolore strano all’osso sacro, passerà mi sono detta. Invece è tornato nelle gare successive a Barcellona e a Budapest. Ho iniziato a fare esami in tutto il corpo, non la biopsia perché in quel punto è impegnativa, e io non volevo interventi che mi impedissero di scendere in pedana a Parigi. A maggio ho gareggiato a Cali, di nuovo dolore. A giugno il male è esploso, una sofferenza atroce, notte e giorno, mi sono imbottita di farmaci, perché era l’unico modo per allenarmi, io dovevo fare le Olimpiadi”, ha affermato Nathalie Moellhausen. La situazione purtroppo è peggiorata: “Mercoledì prima della gara si è resa necessaria una biopsia. I dottori si sono accorti della mia sofferenza, forse il tumore aveva camminato veloce, forse si era esteso, l’osso sacro è un punto particolare, avevo perso sensibilità a livello nervoso. Prima di farmi l’anestesia mi hanno chiesto se credessi ai miracoli, sì, certo che ci credevo. Al mio risveglio ho avuto la risposta, non c’era stata vascolarizzazione del tumore. L’operazione poteva aspettare qualche giorno, io continuavo a pensare che più che ingiusto fosse tutto assurdo”.
Olimpiadi, Nathalie Moellhausen su Sinner: “I Giochi non hanno lo stesso valore per tutte le discipline”
È stata lei a chiedere di lasciare l’ospedale per partecipare alle Olimpiadi: “Ho 38 anni, su questa Olimpiade avevo investito tutto. Ero numero quattro del mondo, ma soprattutto ho senso di responsabilità verso il mio gruppo, verso il mio paese, verso le persone che aiuto e che mi aiutano. In Brasile sono impegnata in un progetto sociale il cui slogan è: ‘Sii l’eroe di te stesso’. Potevo tirarmi indietro, rimangiarmi parole in cui credo? E rassegnarmi a un male che non avevo mai provato prima? Io, a parte una gravidanza extrauterina in passato, non avevo mai nulla. E sì, anche se sotto osservazione sono scappata dall’ospedale. Me lo hanno concesso”. Lei voleva esserci, voleva giocarsela fino alla fine. Nell’intervista la giornalista Emanuela Audisio le ha fatto presente che Sinner per l’Italia si è ritirato per una tonsillite. “Bisogna capire che i Giochi non hanno lo stesso valore per tutte le discipline. Il torneo di tennis olimpico non dà soldi, né punteggi. Per i campioni della racchetta è solo un titolo in più, uno sfizio da togliersi, per noi, per gli altri, i Giochi sono il Sacro Graal, sono un investimento di energie, il coronamento di anni di fatiche, di allenamento, di impegno economico. Non sono qualcosa da aggiungere a una carriera, sono tutto”, ha replicato confermezza la Moellhausen.
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