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Il fratello di Chiara Poggi interrogato: cosa ha detto su Andrea Sempio

«Andrea Sempio non c’entra con l’omicidio di mia sorella». «Con lui c’è un’amicizia che dura da anni». Parole nette, quelle di Marco Poggi, pronunciate lontano da telecamere e taccuini, su richiesta del suo avvocato: un modo per proteggere la privacy di un testimone «che ha già sofferto abbastanza». Sotto la guida della pm pavese Giuliana Rizza, Poggi ha risposto alle domande più rilevanti dell’inchiesta.

Audizione riservata

Sono le tre del pomeriggio nella caserma dei carabinieri di Dolo. Marco Poggi è arrivato un’ora prima, da solo, senza avvocati. Ha lo stesso aspetto delle poche immagini note — solo con qualche capello in meno. La sede dell’audizione è stata tenuta segreta fino all’ultimo, proprio per evitare l’assalto mediatico. Oggi 37enne, Poggi vive e lavora a Mestre, dove si era concentrata inutilmente l’attenzione dei cronisti. Non è né Alberto Stasi né Andrea Sempio. Marco Poggi è solo un testimone. Per circa due ore ha confermato ai magistrati quanto già detto alla polizia giudiziaria il 12 marzo: la convinzione dell’innocenza dell’amico Andrea. Lo ha ribadito anche il suo legale, Francesco Compagna: «Marco ha collaborato pienamente con gli inquirenti, rispondendo con serenità. Lo lega a Sempio un’amicizia di lunga data e la convinzione della sua totale estraneità ai fatti».

Le voci sul “raffreddamento”

Una dichiarazione che sembra smentire le voci circolate negli ultimi giorni su un presunto allontanamento tra Marco e Andrea. Da ragazzi, Sempio passava ore a casa Poggi, spesso con altri tre amici. A tutti e cinque — su richiesta della procura — sarà prelevato il dna, così come alle cugine gemelle di Chiara, Paola e Stefania Cappa. Intanto, mentre il Tg1 rivela che un’impronta di Sempio sarebbe stata trovata su una macchia di sangue vicino al corpo di Chiara, Marco introduce un dettaglio finora inedito. Ricorda che lui e i suoi amici talvolta scendevano nel seminterrato della villetta: il locale lavanderia-attrezzi. Proprio lì il padre di Chiara ha denunciato la sparizione dell’unico attrezzo mancante dalla casa nel 2007: un martello.

Le tre telefonate

Forse è solo un dettaglio. O forse un segno, anche inconscio, della fiducia che Marco continua a riporre nell’amico. Fatto sta che gli inquirenti tornano su un punto chiave: le tre telefonate che Andrea fece a casa Poggi — due il 7 agosto 2007 (alle 17.40 e alle 17.42), una l’8 agosto (alle 16.45) — cinque e sei giorni prima dell’omicidio. Secondo Sempio, tentava di rintracciare Marco. Ma Poggi, in vacanza in Trentino con la famiglia e uno degli amici del gruppo, ha detto di non ricordare alcuna chiamata. Curiosità: la sera del 3 agosto Marco e Andrea erano insieme. E all’1.05 del 4 agosto, Marco chiama da casa col cellulare di Andrea per avvisare i suoi del rientro — una loro abitudine. Difficile, quindi, che Andrea ignorasse la partenza dell’amico. Ma questo resta, per ora, un nodo ancora irrisolto.