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Perché la Nazionale Italiana veste Azzurro

Chiunque abbia seguito anche solo una partita della Nazionale Italiana di calcio, o abbia assistito a eventi sportivi internazionali con protagonisti atleti italiani, avrà notato una costante cromatica: l’azzurro. Un colore che è diventato un vero e proprio emblema nazionale, nonostante non compaia nel tricolore della bandiera ufficiale. Ma da dove nasce questa scelta che, nel tempo, ha travalicato il solo calcio per abbracciare quasi tutte le discipline sportive italiane?

Le radici dell’azzurro: un’eredità dinastica

La prima volta che la Nazionale italiana scese in campo indossando una maglia azzurra fu il 6 gennaio 1911, in occasione di una partita contro l’Ungheria. Fino ad allora, gli Azzurri, che ancora non si chiamavano così, vestivano in bianco, accompagnati dallo stemma della Casa Savoia sul petto. La svolta arrivò con una scelta simbolica: adottare il blu Savoia, una sfumatura profonda e solenne dell’azzurro. Questa tonalità non fu scelta a caso. Rappresentava un omaggio diretto alla monarchia dei Savoia, allora al potere. Il blu era infatti il colore araldico della dinastia sin dal XIV secolo. La sua adozione aveva un duplice significato: da un lato, esaltava la lealtà alla famiglia reale; dall’altro, si rifaceva a un simbolismo religioso radicato, in quanto collegato al manto della Vergine Maria, figura alla quale i Savoia erano particolarmente devoti.

Un simbolo ben visibile: la croce sabauda

L’identità monarchica della maglia non si fermava al colore. Nello stesso periodo fece la sua comparsa anche la croce sabauda, bianca su fondo rosso, anch’essa legata all’araldica della dinastia. Questo stemma venne apposto in bella vista sulla divisa, confermando l’origine e il significato politico della scelta cromatica. Anche se con il tempo lo stemma si è evoluto – e dopo la nascita della Repubblica ha perso ogni riferimento esplicito ai Savoia – l’azzurro ha resistito, diventando un tratto distintivo che ha superato qualsiasi mutamento istituzionale.

Dall’identità monarchica a simbolo repubblicano

Con il passaggio dell’Italia da monarchia a repubblica, nel secondo dopoguerra, molte icone e simboli del passato furono rivisti o abbandonati. Ma l’azzurro, paradossalmente, non fu tra questi. Anzi, mantenne il suo posto, ormai svincolato dalla simbologia monarchica e trasformato in emblema dell’unità nazionale. Non è raro, infatti, che i colori acquisiscano nuovi significati con il tempo. Così è avvenuto anche per l’azzurro: da marchio dinastico è diventato colore dell’orgoglio sportivo italiano. E in questa nuova veste, ha trovato spazio su maglie, divise, sciarpe e bandiere dei tifosi, accompagnando le imprese degli atleti azzurri in ogni parte del mondo.

Non solo calcio: l’azzurro in tutte le discipline

Se inizialmente l’azzurro era un’esclusiva della Nazionale di calcio, oggi lo si ritrova ovunque: nel basket, nella pallavolo, nell’atletica, nel nuoto, nel ciclismo e persino negli sport invernali. Qualunque sia la competizione, la squadra italiana viene comunemente chiamata “Italia Azzurra” o più semplicemente “gli Azzurri”. Questo ha contribuito a costruire un’immagine forte e riconoscibile dell’Italia nello sport internazionale. I colori, si sa, comunicano identità e coesione: l’azzurro, in questo senso, è diventato una bandiera alternativ