Ornella Vanoni è morta a 91 anni nella tarda serata di venerdì 2 novembre 2025, nella sua casa di Milano, colpita da un arresto cardiaco. I soccorsi sono arrivati quando la cantante si era già spenta. Con lei scompare una delle interpreti più longeve e raffinate della musica italiana, protagonista di oltre settanta anni di carriera e decine di milioni di dischi venduti.
Gli inizi tra Piccolo Teatro e “canzoni della mala”
Nata a Milano il 22 settembre 1934, cresce in una famiglia agiata e frequenta collegi in Svizzera, Francia e Inghilterra. Il suo percorso cambia direzione nel 1953, quando entra alla scuola del Piccolo Teatro diretta da Giorgio Strehler. Qui debutta come attrice e cantante, interpretando Brecht e soprattutto le celebri “canzoni della mala”, ballate che raccontano la periferia e il sottobosco criminale milanese.
Alla fine degli anni ’50 incide i primi dischi per la neonata etichetta Ricordi, diventando il volto femminile di una canzone italiana più realista e meno patinata.
Dagli anni ’60 ai successi senza tempo
Gli anni Sessanta segnano la sua consacrazione. Alla Ricordi incontra Gino Paoli, da cui nascono brani destinati a diventare classici, tra cui “Senza fine”. Il suo repertorio si amplia rapidamente: canzoni d’amore d’autore, influssi jazzistici, classici francesi e napoletani.
Tra i successi più noti restano “Che cosa c’è”, “Una ragione in più”, “Domani è un altro giorno”, “La musica è finita”. Negli anni Settanta esplode la sua passione per il Brasile e nascono le collaborazioni con Toquinho e Vinícius de Moraes, che portano all’album–cult “La voglia la pazzia l’incoscienza l’allegria”.
Dagli anni ’70 ai ’90 attraversa generi diversi, collaborando con arrangiatori come Mario Lavezzi e sperimentando nuove sonorità. Resta presenza fissa al Festival di Sanremo, come concorrente e come superospite.
Ornella Vanoni, una vita privata intensa tra amori e fragilità
Da giovane vive una relazione importante con Giorgio Strehler. Successivamente, negli anni della Ricordi, nasce la storia d’amore tormentata con Gino Paoli, una delle più note della musica italiana.
Nel 1960 sposa l’impresario teatrale Lucio Ardenzi, da cui nel 1962 nasce il suo unico figlio, Cristiano. Vanoni ha sempre parlato apertamente delle proprie fragilità, delle dipendenze e dei periodi bui, ma anche della capacità di rinascere artisticamente. La sua sincerità e la sua ironia l’hanno resa una figura amatissima.
Gli ultimi anni: tra musica, tv e riconoscimenti
Negli ultimi anni della sua vita, Ornella Vanoni aveva ritrovato una nuova centralità. Torna in tv come presenza fissa e amatissima, partecipa a programmi seguitissimi e mantiene un dialogo continuo con il pubblico più giovane.
Nonostante l’età, continua a esibirsi dal vivo in teatri e arene, mostrando una energia scenica sorprendente. Nel 2025 riceve anche una laurea honoris causa dall’Università Statale di Milano per il suo contributo alla cultura musicale.
Le sue ultime apparizioni pubbliche risalgono ai primi giorni di novembre 2025, quando partecipa a una trasmissione televisiva mostrando, come sempre, ironia e lucidità.
La morte improvvisa e il cordoglio del mondo dello spettacolo
La sera del 2 novembre 2025 viene colpita da un malore improvviso nella sua abitazione. I tentativi di rianimazione si rivelano inutili. La notizia della morte diffusa qualche ora dopo scatena una ondata di messaggi da parte di colleghi, artisti e istituzioni.
La camera ardente sarà allestita al Piccolo Teatro di Milano, luogo simbolico dei suoi esordi. Con Ornella Vanoni se ne va una protagonista assoluta della canzone italiana, capace di attraversare generi e generazioni senza mai perdere la propria identità. Brani come “Senza fine”, “L’appuntamento”, “Rossetto e cioccolato” e “La voglia la pazzia l’incoscienza l’allegria” restano come una colonna sonora condivisa che continuerà a raccontare un’intera epoca della musica italiana.





