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Ennio Morricone, parla il figlio: “In casa era vietato ascoltare musica”

Arriva in libreria Ennio Morricone. Il genio, l’uomo e il padre, scritto dal primogenito del compositore Marco con Valerio Cappelli, con la prefazione di Aldo Cazzullo. Un viaggio alla scoperta del Morricone musicista, ma soprattutto dell’uomo Ennio. Il volume sarà presentato, oggi, giovedì 8 novembre, al Circolo dei lettori (ore 19.30, ingresso libero) con il direttore del Tff Giulio Base e l’ensemble di sassofoni del Conservatorio Verdi. Marco Morricone ne ha parlato in un’intervista al «Corriere della Sera», in cui ha svelato come è nata l’idea di questo bel progetto.

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Ennio Morricone, parla il figlio: “Non ci crederete, ma in casa era vietato ascoltare musica”

«L’idea nasce da un’intervista che mi fece Valerio per la serie ‘Era mio padre’ sul Corriere della Sera e che andò benissimo. Per riservatezza ero riluttante a scrivere un libro, ma mia moglie, le mie figlie e Valerio — con cui papà era amico da anni — mi hanno preso per sfinimento», ha raccontato Marco Morricone. L’obiettivo quello di raccontare la sfera privata del noto artista. Cos’era la musica per Ennio Morricone? «Ne amava il lato deduttivo, matematico, come in tante altre sue passioni e piccole manie, dagli scacchi agli anagrammi che si scambiava per fax con Nicola Piovani. La musica era il suo linguaggio. Ma in casa era vietato ascoltarla. Voleva evitare di essere condizionato».

Papà non leggeva nemmeno più i copioni: mamma gli raccontava i film e insieme decidevano se farli

Pativa il fatto di essere famoso soprattutto per le colonne sonore? «Molto. Considerava la musica per il cinema un’arte applicata a un’altra arte, con dei vincoli, mentre quando affrontava la musica assoluta si sentiva libero. Non a caso per scrivere la colonna sonora di Mission impiegò un mese, mentre alla composizione di una Messa dedicò un anno», ha spiegato il figlio di Ennio Morricone. Decisiva per il compositore la presenza della moglie Maria: «Mamma è stata compagna, colonna, una persona con cui ha sempre avuto tanta complicità. Papà non leggeva nemmeno più i copioni: mamma gli raccontava i film e insieme decidevano se farli». Ennio Morricone ha lavorato fino alla fine: «Sì, compresi due pezzi l’ultimo anno. Uno per una commedia che Valerio aveva scritto durante la pandemia, che i lettori possono ascoltare tramite un codice Qr sul libro. L’altro per l’inaugurazione del nuovo ponte di Genova. Inizialmente aveva rifiutato, poi gli mostrai il progetto di Renzo Piano, con le 43 luminarie a rappresentare le vittime del crollo del Morandi, e si commosse: in una mattina completò la musica, nel pomeriggio il testo con mamma. Ma non riuscì ad ascoltarlo: l’inaugurazione del ponte fu ad agosto del 2020, lui morì a luglio», ha concluso il figlio Marco.