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In Russia è corsa a leggere “1984”

“1984”, bandito in tutta l’Urss fino al 1988, è in cima alla lista dei best-seller in Russia. Come si apprende dalla Cnn, l’opera di George Orwell è la più scaricata del 2022 sulla piattaforma della libreria sovietica LitRes e la seconda più popolare di qualsiasi categoria. Si tratta di quello stesso libro, che è stato messo all’indice nella Bielorussia, vicinissima al Cremlino, di Alexander Lukashenko, il quale ha ordinato di ritirarlo dagli scaffali sia fisici che digitali. 

È sorprendente che oggi “1984” sia praticamente introvabile a Mosca, se si pensa poi che per il romanzo, pubblicato l’8 giugno del 1949 a Londra, l’autore ha detto di essersi ispirato alla dittatura di Stalin. Un’opera tagliente, che denuncia ogni specie di prevaricazione dell’uomo sull’uomo; che si interroga sul conflitto tra individuo e società. 

“1984” si inserisce pienamente nel filone del romanzo anti-utopistico tracciato, tra i tanti, da “Il mondo nuovo” dell’inglese Aldous Huxley. Ambientato in una realtà distopica, il libro narra dello stato di Oceania, dominato del potere assoluto del Grande Fratello, che annullando ogni dimensione privata e sociale, è riuscito a privare l’uomo di ogni forma di libertà, inclusa quella espressiva. L’unico a ribellarsi al sistema e ai suoi adepti, Winston Smith, «l’ultimo uomo d’Europa» (titolo inizialmente scelto da Orwell e poi scartato), il quale decide di amare Julia, contrastando la politica sessuofoba del regime.

Il Grande Fratello, infatti, odia il piacere: per questa ragione, come osserva Filippo La Porta nell’introduzione alla nuova edizione di Giunti-Barbera di “1984”, l’amplesso tra i due è insieme «un atto politico» e «un colpo inferto al partito». L’obiettivo del «Big Brother» schiacciare l’individuo, sorvegliandone la mente, proprio perché come sosteneva Hannah Arendt il male deriva dall’assenza di pensiero, è un prodotto dell’ignoranza. Da qui il «doublethink», ossia la rottura del principio di non contraddizione e il famoso slogan del Partito «Chi controlla il passato controlla il futuro: chi controlla il presente controlla il passato». 

Come non cogliere un richiamo a Putin, che sin dall’attacco all’Ucraina, si è guardato dall’usare la parola guerra, preferendo «operazione speciale», e ha impedito alla stampa di pubblicare qualsiasi informazione non linea con quelle ufficiali di Mosca? Il confronto fra la Russia di oggi e la trama è inevitabile, non fuori luogo. Orwell c’ha preso dunque? Beh, aveva previsto la strumentalizzazione dei mass media, come pure la tecnologia quale forma di controllo.

Basterebbe già solo questo per dire che ha saputo con lucida intelligenza anticipare la Storia. Intanto, la propaganda sovietica, allarmata dalle vendite, tenta oggi di raccontare che il romanzo è ispirato non all’Urss, ma «alla fine del liberalismo», di matrice occidentale, come ha detto la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova. Insomma, “1984” è un libro tutt’altro che superato.